Il destino di una madre australiana e della troupe televisiva del noto programma ‘60 MInutes‘, prodotto da Channel 9, coinvolta in una missione di recupero di due bambini in Libano sarà presto decisa in tribunale.
Per il Ministero di Giustizia del Libano madre e squadra del programma sono tutti ha accusati di sequestro di persona, lesioni e mancanza di rispetto verso le autorità. Secondo la ricostruzione dei fatti non accertata da Channel 9, la troupe avrebbe aiutato Sally Faulkner nel tentativo, poi fallito, di recuperare i suoi due figli: Noè di 3 anni, e Lahela di 5 anni, che vivevano con il padre a Beirut.
I bambini sono in Libano, stato non firmatario della Convenzione dell’Aja, il che significa che Sally Faulkner non può presentare alcuna petizione per portali a casa sua in Australia. Così, anche se ancora non si sa in quale modo, ’60 Minutes’ avrebbe aiutato la mamma a recuperare i due figli a Beirut. Ma sembra che il tutto sia andato male e alla fine i bambini sono ancora a Beirut e la squadra del noto programma televisivo detenuta nel paese con pesanti accuse.
L’arresto e le pesanti accuse contro ’60 Minutes’
La troupe televisiva di ‘60 Minutes‘ adesso è stata posta sotto gli arresti già da qualche giorno ed stata interrogata da un giudice libanese ieri. Intanto agli indagati sono stati sequestrati telefoni e altri mezzi per comunicare. Oggi lo stesso giudice dovrà decidere se concedere o meno la cauzione in attesa di ulteriori sviluppi sulle indagini. Ad essere coinvolti nel caso sono il produttore del programma Stephen Rice, il cameraman Ben Williamson, il tecnico del suono David Ballment, la giornalista Tara Brown, oltre alla madre dei due bambini contesi Sally Faulkner.
L’ambasciatore australiano Glenn Miles ha incontrato il ministro degli Esteri del paese Gebran Bassil in Libano per comprendere gli sviluppi dell’intricata vicenda.
Secondo Channel 9 la troupe dovrà difendersi da quattro accuse, tutte molto pesanti: occultamento delle informazioni, l’aver creato un’associazione per commettere un crimine contro una persona, sequestro di persona e aggressioni fisiche. Se condannati tutti i partecipanti alla missione si troveranno ad affrontare pene detentive che vanno dai tre a 20 anni.