L’elisir di lunga vita si nasconde forse nel litio

di | 13 Aprile 2016

Nel litio il Santo Graal dell’eterna vita

E’ possibile invertire il processo di invecchiamento e allungare la vita ben oltre la sua durata media? E’ questo uno dei drammi, o fissazioni, che ha colpito l’uomo fin dalle sue origini, senza mai trovare una risposta concreta se non nella religione o nei miti. Adesso però sembra che sia stata imboccata una strada che forse col tempo potrà dare delle risposte concrete ad uno dei miti dell’umanità l’elisir di lunga vita.

I ricercatori dell’Istitute of Healthy Ageing presso l’University College di Londra  hanno esaminato gli effetti del litio, somministrato in piccole dosi su alcuni moscerini della frutta, scientificamente noti come Drosophila melanogaster, arrivando alla conclusione che la durata della loro vita si è allungata dalle 16 alle 18 volte in più, rispetto a quelle dei moscerini trattati con cloruro di sodio. Questo piccolo moscerino della frutta, è un modello ideale per lo studio della genetica umana, dal momento che condivide il 75  per cento degli stessi geni che causano malattie negli esseri umani.

Dai moscerini della frutta agli esseri umani il salto è lungo, ma i ricercatori sono speranzosi sugli effetti portentosi del litio

La ricerca ha coinvolto diverse centinaia mosche adulte, cui è stato somministrato in fase precoce e tardiva del loro ciclo di vita basse dosi di cloruro di litio: i soggetti cui è stata somministrata una dose molto più elevata del farmaco non sono sopravvissuti all’esperimento, mentre risultati molto incoraggianti sono emersi con l’assunzione di minime dosi del farmaco. Così i moscerini che hanno ricevuto una singola dose di litio hanno avuto una vita più lunga del 13 per cento, mentre i moscerini più giovani, trattati con il farmaco per 15 giorni prima di ricevere un farmaco di controllo, hanno avuto una vita anche più lunga. Nessun effetto negativo è stato riscontrato in associazioni a basse dosi di litio.

L’autrice principale della ricerca, la professoressa Dame Linda Partridge, direttrice dell’Institute of Healthy Ageing and the Max Planck Institute for Biology and Ageing, ha spiegato che il prossimo passo della ricerca sarà il test sui mammiferi ed eventualmente in un futuro ancora imprecisato gli essere umani.

Il professor Jorge Iván Castillo-Quan ha dato una spiegazione su come il farmaco agisca ostruendo glicogeno sintasi chinasi 3 (GSK-3), che mette in moto la molecola NRF-2, che è universalmente nota per alleviare i danni delle cellule: “Per migliorare la qualità e la durata della vita, dobbiamo ritardare l’insorgenza di malattie legate all’età, estendendo il periodo più sano della nostra vita. L’identificazione di un altro obiettivo per l’invecchiamento è un passo fondamentale nel suo raggiungimento e prendendo di mira il GSK-3, potremmo scoprire nuovi modi per controllare il processo di invecchiamento nei mammiferi, compreso l’uomo“. Il GSK-3 è stato precedentemente collegato allo sviluppo di malattie legate all’età, come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Per di più, i ricercatori hanno scoperto che allo stesso  litio promuove l’attività di un’altra molecola chiamata fattore nucleare (eritroide derivato 2), che è coinvolta nella protezione delle cellule contro lo stress ossidativo, e gioca un fattore chiave nel processo di invecchiamento.

Il professor Castillo-Quan ha anche parlato in termini di difesa sottolineando il fatto che “abbiamo studiato le risposte di migliaia di mosche in condizioni diverse, per monitorare gli effetti del litio e come si allunga la vita. Basse dosi proteggono anche contro gli effetti nocivi di superiori dosi tossiche di litio e di altre sostanze, come i pesticidi paraquat“.