Snowden aveva ragione: l’FBI può sbloccare l’iPhone senza Apple, chi è la ‘terza parte’?

di | 23 Marzo 2016

L’udienza in aula tra Apple e l’FBI prevista è stata rinviata, in quanto un elemento esterno, ‘una terza parte’, esterna alla contese, ha mostrato al governo un metodo alternativo per sbloccare l’iPhone del terrorista San Bernardino, senza dover fare ricorso all’assistenza da parte della Apple.
Non si sa ancora chi sia questa ‘terza parte’ che si è offerta spontaneamente e improvvisamente all’FBI, né si ha alcuna informazione sul metodo misterioso che potrebbe aprire il vaso di Pandora. Fatto sta che Edward Snowden, al di là di tutto aveva ragione, esiste un metodo per sbloccare l’iPhone, il che rende ancora di più la querelle tra la Apple e l’FBI una sorta di messa in scena, ben architettata per far credere che esista ancora una sorta di privacy al giorno d’oggi. Tanto più che le dinamiche degli eventi appaiono davvero poco chiare e alimentano ancor più le teorie sulla cospirazione.

L’ultima parte della contesa tra la Apple e l’FBI, alcune ipotesi sulla terza parte

Fino a lunedì gli agenti federali hanno fatto una dichiarazione giurata sul fatto che non esiste alcuna alternativa al metodo della Apple sbloccare il telefono del terrorista San Bernardino, senza comprometterne l’integrità dei dati.
E lunedì stesso Edward Snowden ha accusato ancora una volta l’FBI di mentire sul fatto di non essere in grado di accedere al contenuto dell’iPhone del terrorista di San Bernardino senza un software per il crafting di Apple, in grado di fornire una backdoor ai funzionari federali.
Hanno sfruttato la fiducia nella ricerca del precedente,” ha dichiarato Snowden in un messaggio su Twitter. “Ogni esperto credibile sapeva che c’erano mezzi alternativi“.

Tim Cook, amministratore delegato di Apple si è impegnato a combattere una precedente sentenza del tribunale federale che chiedeva all’azienda di fornire una backdoor che permetterebbe funzionari federali di accedere al contenuto di un iPhone. Riconoscendo l’imperativo della sicurezza nazionale, Cook ha sostenuto che la sentenza del tribunale era incostituzionale, una violazione grave privacy degli utenti, e sarebbe potenzialmente dannosa per tutti i 94 milioni di utenti di iPhone di Apple. Snowden ha elogiato il rifiuto di Apple di rispettare la richiesta di FBI e l’ordine del tribunale federale, come un esempio di società che prende la parte dei suoi clienti.

Chi può sbloccare l’iPhone di San Bernardino

L’FBI non ha risposto direttamente una domanda ovvia durante questa lotta: Perché non si basta chiedere all’NSA? Direttore dell’FBI James Comey ha detto che l’NSA non è coinvolta nella vicenda e non si impegnerà a sbloccare l’iPhone in questione, ma il perché non è stato mai specificato fino ad oggi.
L’NSA (National Security Agency) è famosa per la ricerca di soluzioni alternative per attaccare le misure di sicurezza della Apple e non solo, ha le tattiche più sofisticate e aggressive per l’intercettazione dei dati di qualsiasi agenzia nel mondo. Ma non si capisce il motivo per cui non intervenga nella vicenda, ed il fatto che la dichiarazione ha ammesso che la ‘terza parte’ in grado di fornire il metodo alternativo non è un ente governativo, porta a scartare questa ipotesi

John McAfee, imprenditore del settore dell’Antivirus, si era già proposto per sbloccare l’iPhone, dicendo che con il suo team di “ingegneria sociale” che ci sarebbero volute tre settimane. Che quel termine sia scaduto e adesso l’operazione sia possibile? O si trattava soltanto di un tentativo pubblicitario da parte di McAfee?