Sono 35 i morti Bruxelles, le autorità cercano un uomo con giacca chiara e cappellino

di | 22 Marzo 2016

Lo Stato Islamico, come era già stato preventivato, ha rivendicato ufficialmente i tre attentati suicidi (2 all’aeroporto e uno alla linea metropolitana) di Bruxelles, che hanno ucciso 35 persone, secondo il bilancio attuale. La polizia belga è tuttora alla caccia di un sospetto in fuga.
L’avviso emesso riguarda un giovane uomo che indossava una giacca di colore chiaro e un cappello, il quale è stato catturato da una telecamera di sicurezza dell’aeroporto di Zaventem mentre spingeva un carrello carico di portabagagli, in compagnia di altri due uomini che, secondo gli investigatori, si sono poi fatti saltare in aria, uccidendo poco più di 10 persone.

Più drammatico è stato invece il bilancio di vittime alla stazione della metropolitana, proprio vicino alla sede delle istituzioni dell’Unione europea, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere a bordo di un treno, facendo 20 morti.
Le tre esplosioni, verificatesi con un’ora di distanza l’una dall’altra, sembrano quasi una beffa per la capitale belga, poiché si sono verificate esattamente quattro giorni dopo che la polizia di Bruxelles era finalmente riuscita nella cattura di Salah Abdeslam, il sospetto superstite negli attacchi dello Stato islamico a Parigi lo scorso novembre. L’uomo, mente dietro i sanguinosi attentati, era ricercato da poco più di 4 mesi.
Le autorità belghe adesso stanno ancora verificando se gli attacchi sono stati collegati all’arresto di Salah Abdeslam, come ha accennato il procuratore federale Frederic Van Leeuw. Anche se i funzionari degli Stati Uniti hanno fatto sapere la loro, informando che il livello di organizzazione è tale da suggerire che si tratti di un’operazione pianificata già da parecchio tempo.

Qualche informazione in più sulla dinamica dell’attentato è stata resa nota dalla dichiarazione rilasciata dallo Stato Islamico, tramite la quale si informa che “i soldati del Califfato, indossavano giubbotti suicidi e portavano dispositivi esplosivi e mitragliatrici“, avevano preso di mira l’aeroporto e la stazione della metropolitana, aggiungendo che avevano indossato i loro giubbotti soltanto quando si trovavano nel mezzo della folla. Ma occorreranno giorno di analisi prima di avere informazioni più dettagliate sulle modalità dell’accaduto

La ricostruzione degli attentati dell’IS a Bruxelles

Il primo attacco, che ha avuto luogo a circa 08:00 ora locale, ha provocato la morte di almeno 14 persone, tramite la detonazione di due esplosioni in rapida successione nella zona delle partenze principale all’aeroporto di Zaventem di Bruxelles.
Era presenta anche un terzo ordigno esplosivo, che però è stato rintracciato preventivamente dagli agenti di sicurezza intervenuti sul posto e distrutto con un’esplosione controllata.
Un’ora più tardi, più di 20 persone sono state uccise quando una bomba è esplosa su un treno della metropolitana, mentre transitava nei pressi della stazione di Maelbeek, a circa 300 metri di distanza dalla sede della Commissione europea. Le operazioni di soccorso per portare in superficie i feriti si sono prolungate per più di sei ore. L’intera Bruxelles è rimasta paralizzata, tutti i voli sono stati sospesi e le frontiere sono state posto sotto una sorveglianza attenta. L’operazione di controllo delle frontiere è stata messa in atto in collaborazione con le forze di sicurezza degli stati confinanti con il Belgio: Olanda, Francia, Germania e Lussemburgo.
bruxelles zaventem
Il re attuale, Filippo di Belgio, è apparso poco dopo in televisione per fare un discorso alla nazione.
Signore e signori, oggi il nostro paese è in lutto”, ha detto il re. “Per ognuno di noi, il 22 marzo non sarà mai un giorno come un altro. Le vite spezzate, le profonde ferite -. Questa sofferenza è quella di tutto il nostro Paese. Mathilde ed io condividiamo il vostro dolore,voi che avete perso una persona cara o che siete stati feriti dagli attacchi vili e odiosi di oggi. Esprimiamo il nostro pieno sostegno per i membri dei servizi di emergenza e servizi di sicurezza, e la nostra gratitudine a coloro che stano spontaneamente offrendo aiuto. Di fronte alla minaccia, continueremo a rispondere con fermezza, calma e dignità. Abbiamo la fiducia in noi stessi – la fiducia è la nostra forza“.