ONU e Amnesty International denunciano il Sud Sudan per crimini contro l’umanità

di | 11 Marzo 2016

Un rapporto dell’ONU descrive i terribili reati commessi nel Sud Sudan in questi anni di guerra civile: bambini e disabili bruciati vivi nei villaggi, furti, donne  e ragazze stuprate o rapite dai soldati e dalle milizie armate affiliate al governo di Giuba, capitale dello stato dell’Africa centrale
Il Sud Sudan sta affrontando “una delle situazioni più orrende dei diritti umani nel mondo,” ha detto il capo dell’ONU per i diritti umani, Zeid Raad al-Hussein, un problema che la comunità internazionale ha ampiamente trascurato in questi hann e che ha raggiunto vette di disumanità intollerabili.

Il rapporto della squadra di valutazione dell’ONU, che ha monitorato le zone di guerra nel Sud Sudan tra ottobre e gennaio, dice che gli “attori statali” – si intendano con essi i soldati dell’esercito e le milizie – portano il maggior carico di responsabilità per gli atroci crimini che vengono commessi nella nazione. Zeid Raad al-Hussein consiglia al Consiglio di sicurezza dell’ONU di considerare l’espansione delle sanzioni già in vigore imponendo un “embargo completo delle armi” sul Sud Sudan, considerando anche di riferire alla Corte penale internazionale, se altre vie giudiziarie non raggiungessero un tale importante obiettivo.
I commissari parlano di genitori costretti a guardare le loro figlie mentre vengono violentate, di milizie armate affiliate con le forze governative che rubano bestiame, proprietà personali, e rapiscono persino donne e ragazze come forma di pagamento, autorizzata dal governo centrale, che se ne assicura in tal modo i servigi.

Agli appelli dell’ONU si aggiungono anche le dure dichiarazioni di Amnesty International, i cui funzionari hanno accusato ufficialmente il governo del Sud Sudan per crimini di guerra, dopo che le sue truppe avrebbero lasciato morire per soffocamento 60 persone in un container in una chiesa cattolica e poi averne gettato i corpi in un campo aperto, senza sepoltura.