L’ultima perizia eseguita dal collegio di esperti sul muos di Niscemi esclude qualsiasi rischio per l’uomo.
Questo è l’esito di una tre giorni di test condotti fra il 9 e l’11 marzo sul muos, che però lascia non poche ombre.
La perizia è stata disposta dal consiglio di giustizia amministrativa in seguito al ricorso in appello del ministero della difesa contro la sentenza del Tar, che accogliendo le proteste della regione Sicilia e dei comitati no muos aveva sancito il fermo dei lavori presso la riserva del Sughereto di Niscemi, dove si trovano le contestatissime antenne militari.
Il Tar aveva disposto il fermo dei lavori poiché gli studi condotti sul muos non erano stati ritenuti attendibili contro ogni possibilità di errore, alla luce dei rischi per la salute dei cittadini e sul traffico aereo.
Il consiglio di giustizia amministrativa ha quindi disposto gli ultimi test di marzo con il muos in azione. Nella relazione di 44 pagine si legge:
“Le misurazioni eseguite dimostrano che i campi elettromagnetici irradiati dalle antenne paraboliche dell’impianto Muos raggiungono le decine di mV/m esclusivamente in un’area limitata a sud dell’impianto a distanza di 200-300 metri.”
La relazione prosegue:
“Uscendo da tale spazio, i valori del campo magnetico sono inferiori al centesimo di volt per metro. Nella casa del Sig. Terranova in contrada Ulmo, dove sono state effettuato le misurazioni secondo ordinanza dei CTP, rilevano una quantità di valori di campo magnetico paragonabile ad un rumore di fondo ambientale.”
Una perizia il cui esito ha scatenato le ire dei comitati no-muos, che ritengono lo studio assolutamente privo di ogni rilevanza scientifica.
A suscitare i dubbi e lo sgomento dei comitati è che per l’ennesima volta non è stato possibile studiare gli effetti del muos nei momenti in cui il campo magnetico delle antenne è al massimo della sua potenza.
Sostanzialmente, se ogni singola parabola ha una potenza di 1600 w, durante queste ultime misurazioni tale capacità non è stata neanche parzialmente raggiunta. I ricercatori hanno di fatto lavorato su un campo elettromagnetico che non ha mai superato i 300 w: numeri che quando il muos funzionerà a pieno regime saranno abbondantemente superati.
Ma cos’è il muos?
Questa sigla è utilizzata per indicare un sistema di comunicazioni satellitare statunitense noto come Mobile User Objective System, di proprietà del dipartimento della difesa americano. Il sistema è composto da 4 satelliti in orbita e 4 basi sulla Terra, una delle quali, completata nel 2014, si trova proprio a Niscemi (Caltanissetta) in prossimità della base americana di Sigonella.
Gli altri tre impianti MUOS si trovano uno alle isole Hawaii, uno in Virginia e un altro in Australia.
Nei piani del governo degli Stati Uniti il Muos avrà il compito di fornire assistenza radio efficiente all’esercito americano, garantendo un sistema di comunicazione nella banda di frequenza UHF, che essendo più bassa di quella sfruttata per cellulari civili, fornirà ai militari in azione prestazioni elevate anche in luoghi impervi e isolati come le foreste.