Elezioni anticipate in Siria: Assad manda su tutte le furie gli oppositori

di | 15 Aprile 2016

Nonostante gli sforzi per ripristinare la pace in Siria siano ripresi Mercoledì a Ginevra, il presidente Bashar Assad ha preso una decisione che in Europa – Russia esclusa, almeno in parte – è stata duramente attaccata: elezioni anticipate nel paese.

Assad ha dunque mantenuto la promessa fatta precedentemente.
I media statali della Siria hanno pubblicato le fotografie del leader del paese e di sua moglie Asma Assad, sorridenti alle urne di Damasco, per l’elezione di un nuovo parlamento composto da 250 membri su 3500 candidati.

La decisione di tenere le elezioni proprio nel mezzo dei colloqui di pace a Ginevra con le nazioni unite, è stato un altro segnale che Assad non ha intenzione di farsi ancora da parte, una richiesta cruciale da parte delle delegazione che guida l’opposizione per il buon esito delle trattative.

Il vice ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha sottolineato la posizione di Assad in un’intervista con l’Associated Press, dicendo che l’opposizione – incluse le fazioni sostenute dall’Occidente e dai suoi alleati – devono abbandonare il “sogno” di un governo di transizione.
Tale piano “non sarà mai accettabile“, ha detto Mekdad.

La votazione ha avuto luogo solo nelle zone del paese dove Assad mantiene il controllo. Sebbene Le fonti di stampa vicine al regime hanno commentato positivamente i risultati di affluenza alle urne, risulta che solamente il 10% degli aventi diritto abbiano espresso una loro preferenza, alla luce di tutti i cittadini che hanno lasciato il paese e di quelli che si trovano in aree non controllate dal regime. Troppo poco per considerare le elezioni attendibili. Gli oppositori del regime hanno boicottato le elezioni, che quasi certamente si riveleranno una farsa.
Gli abitanti di Raqqa, territorio occupato dall’ISIS, possono votare recandosi ad un seggio elettorale a loro dedicato a Damasco.

“Il regime di Assad farà tutto il possibile per minare e destabilizzare il processo politico del paese”, ha detto Salem al-Meslet, un portavoce che rappresenta l’opposizione del regime.
“Le elezioni libere dovranno avvenire in Siria, ma soltanto dopo la transizione politica.”
Ha ribadito.
Il voto può anche essere visto come un affronto per la Russia, un importante alleato di Assad, che è intervenuta militarmente nel conflitto siriano e dato una spinta fondamentale per le forze governative.

Anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che una transizione politica, che prevede la stesura di una nuova costituzione ed elezioni “reali”, rimane la chiave per porre fine al conflitto.

Ma Lavrov ha anche spiegato all’agenzia di stampa Reuters che le elezioni possono almeno per il momento garantire al regime di Assad una parvenza di semi-legalità utile durante il vuoto politico.
Le forze militari russe, insieme ai miliziani sciiti provenienti da paesi come l’Irano e il Libano, hanno aiutato le forze del regime di Assad ad affrontare i combattenti ribelli.