Arriva un nuovo trattamento per la dislessia, frutto della ricerca tutta italiana, che potrebbe curare il difetto nei bambini in tempi davvero brevi
I ricercatori di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con il Laboratorio di Stimolazione Cerebrale della Fondazione Santa Lucia, hanno introdotto una nuova tecnica non invasiva per aiutare i bambini con problemi di dislessia.
La dislessia è un difetto del linguaggio che al giorno d’oggi colpisce il poco più del per cento dei bambini italiani.
La tecnica, già testata con successo dai ricercatori italiani, si basa sulla Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS), consistente in una corrente di 1mA applicata sulle aree occipito-temporo-parietali sinistre delo scalpo – procedura non invasiva e indolore – in grado di risvegliare alcune aree del cervello ipoattive, aiutando i bambini a fare progressi nella lettura. Infatti la stimolazione, applicata tramite corrente a basso voltaggio, si concentra su queste zone ipoattive costringendole all’azione compensatoria e promuovendo la plasticità cerebrale. La tDCS non è presentata dai ricercatori come cura alternativa o sostitutiva per la dislessia, ma come parte integrante nella terapia logopedica tradizionale, come spiegano gli stessi ricercatori del Bambin Gesù.
Il test sulla dislessia
I ricercatori, supervisionati dalla dottoressa Denny Meneghini del Bambin Gesù di Roma, per mettere in pratica gli effetti della loro ricerca sulla dislessia, si sono basati sui dati provenienti da 19 bambini e adolescenti con problemi di dislessia, che hanno partecipato allo studio. I 19 parteciapnti dislessici di età compresa tra i 10 e i 17 anni, sono stati divisi in maniera casuale in due gruppi: uno destinato al trattamento attivo, l’altro al trattamento placebo, ovvero con il dispositivo spento.
Durante le 18 sedute di terapia della stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS), i partecipanti hanno contemporaneamente eseguito un training per la lettura della durata circa di 20 minuti, 3 volte alla settimana, per un totale di 6 settimane. La sperimentazione è stata condotta in una condizione che in neuropsichiatria viene definita ‘doppio cieco’, e indica il fatto che né i pazienti né i dottori sono a conoscenza di chi sia stato sottoposto al trattamento attivo o placebo. Questa pratica viene spesso messa in atto per non inficiare in fieri i risultati dei test, compromettendo lo studio nel suo complesso.
Al termine delle 6 settimane di trattamento i risultati si sono rivelati più rosei del previsto: analizzando i dati i ricercatori hanno rilevato come i bambini sottoposti a trattamento placebo non hanno riscontrato alcun miglioramento, mentre quelli sottoposti alla procedura attiva, hanno manifestato miglioramenti pari al 60 per cento sia nella rapidità che nell’accuratezza della lettura. La rapidità di lettura è passata in media da 0,5 a 0,8 sillabe per secondo – risultato che può sembrare forse non proprio notevole, ma che in termini scientifici assicura un miglioramento alle capacità di lettura. Il successo della stimolazione transcranica diretta infatti consiste interamente nella velocità con cui ha assicurato un miglioramento apprezzabile in tutti i pazienti dislessici. Secondo gli esperti simile risultati solitamente si ottengono dopo un anno di terapia continua. Vi è però un se: infatti ulteriori prove e valutazioni di lettura andranno effettuate, per verificare l’efficacia del trattamento a lungo termine. Al momento è già passato un mese ed i risultati restano ancora positivi.
Come spiega Stefano Vicari, responsabile del dipartimento di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, “Questa ricerca può quindi aprire la strada a nuove prospettive di riabilitazione della dislessia, con una sostanziale riduzione dei tempi, dei costi della terapia e del disagio per le famiglie nel dover sostenere lunghi percorsi di cura e di ridotta efficacia documentata“.
Oh mio dio, nemmeno sapete cosa è la dislessia e osate scrivere tutte queste eresie non vere, la dislessia non è un disturbo del linguaggio, ma delle lettura, il disturbo del linguaggio ha un suo codice dsl. Non è un problema ma una caratteristica. Prima di scrivere informateviiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.