Almaviva e sindacati: ennesima fumata nera nel vertice per salvare i lavoratori dei call center

di | 2 Aprile 2016

Nuovo vertice a Roma fra il presidente di Almaviva Marco Tripi, l’amministratore delegato dell’azienda Andrea Antonelli e i sindacati.
Le parti si sono incontrate nella sede di Unindustria.
Ciò che è emerso dal confronto è un’apertura al dialogo da parte dei vertici di Almaviva ma purtroppo – e questo forse è ciò che maggiormente interessa i lavoratori di Almaviva – non sembra esserci nell’immediato la possibilità di ridurre i tagli annunciati.

Il 21 marzo Almaviva contact aveva comunicato la volontà di attuare una drastica riduzione del personale negli uffici dei call center di Roma, Napoli e Palermo.
Nel capoluogo siculo la crisi di Almaviva avrà l’impatto più forte: 1.670 dipendenti perderanno il posto, sbattuti malamente in mezzo la strada.
A Roma sono previsti fino a 920 licenziamenti, mentre saranno 400 i dipendenti dei call center napoletani di senza più il loro posto.

“Abbiamo illustrato le nostre misure per il piano di riorganizzazione societario, alla luce di una situazione attuale molto grave, causata da una crisi nel settore dei call center italiani. L’urgenza degli interventi richiesti risponde all’impossibilità di sostenere le attività dell’azienda alle condizioni attuali e con gli strumenti messi a disposizione, facendo ricorso agli ammortizzatori sociali.”

Si legge nella nota diffusa dal gruppo di Almaviva al termine del vertice.
L’azienda afferma la sua disponibilità ad approntare una discussione con i sindacati per rispondere delle gravi problematiche in corso, ma ribadisce l’assoluta importanza di una regolamentazione seria sulle delocalizzazioni e le gare al ribasso. Anche Fistel CISL e Fistel CISL Palermo domandano un maggior rispetto delle norme sulla delocalizzazione e sul massimo ribasso, ma auspicano da parte delle istituzioni ed Almaviva accordi per ammortizzazioni sociali mirate.
Nonostante a parole vi sia il margine per intavolare una trattativa, una frase evidenziata nella nota mette in chiaro che “non ci sono certamente le condizioni per bloccare la procedura”, con i conseguenti licenziamenti nei prossimi 75 giorni, periodo minimo garantito dalla costituzione italiana affinché si trovi un modo per scongiurare una minaccia purtroppo ora più che mai imminente.
Al termine della riunione la patata bollente sembra dunque passata da Almaviva Contact alle istituzioni, che dovranno escogitare uno stratagemma per consentire all’azienda di mantenere un assetto societario stabile e conseguenzialmente salvare i lavoratori dal licenziamento.

Intanto, i lavoratori sono pronti a difendere con unghia e con i denti il proprio posto di lavoro. A Palermo, i dipendenti del Call center sono scesi in strada per un nuovo corteo non autorizzato che ha attraversato via Belgio, via Nebrodi e raggiunto la sede Rai di Viale Strasburgo.
“lavoro e dignità” campeggiava sullo striscione esibito dai manifestanti.