Medici Senza Frontiere si tira fuori dal Vertice Umanitario Mondiale dell’ONU

di | 6 Maggio 2016

Medici Senza Frontiere ha criticato fortemente il Vertice Umanitario Mondiale organizzato dall’ONU e previsto per il 23-24 a Instabul dicendo che gli stati non si impegnano a far fronte a tutte le “gravi lacune” in risposta alla recente epidemia di Ebola e alle “gravi restrizioni imposte da alcuni Stati sull’accesso umanitario, negando alle persone servizi di base“. Ma c’è ovviamente motlo di più.

Nel lungo comunicato si legge l’attacco al vertice, dettato più dallo stato di insoddisfazione e di impotenza di cui ormai l’organizzazione umanitaria si sente vittima che ha spinto Medici Senza Frontiere a non partecipare al vertice. “MSF è stata notevolmente impegnata nel processo di WHS [World Humanitarian Summit] negli ultimi 18 mesi… Tuttavia, con rammarico, siamo giunti alla decisione di tirarci fuori dal vertice“. Perché come spiega più avanti: “Non abbiamo più alcuna speranza che il vertice mondiale umanitario affronterà i punti deboli dell’azione umanitaria e gli interventi di emergenza, in particolare nelle aree di conflitto o in situazioni epidemiche“, come dichiarato comunicato ufficiale. “Il vertice trascura di rafforzare gli obblighi degli Stati per sostenere e attuare le leggi umanitarie e dei rifugiati, cui hanno aderito“.

Non riusciamo più vedere come il Vertice mondiale Umanitario aiuterà il settore umanitario per rispondere alle esigenze di massa causate da continue violenze nei confronti dei pazienti e del personale medico in Siria, Yemen e Sudan del Sud [e] nei confronti dei civili in fuga che vengono bloccati alle frontiere in Giordania, Turchia e Macedonia“.

Proprio la scorsa settimana, il bombardamento dell’ospedale Al-Quds supportato da Medici Senza Frontiere nella città siriana di Aleppo ha lasciato almeno 55 morti.
Gli attacchi aerei prima hanno colpito edifici confinanti con l’ospedale, poi l’ospedale stesso quando i feriti sono stati trasferiti lì. Al-Quds è il principale ospedale pediatrico di riferimento ad Aleppo, e tra gli uccisi vi sono sei membri dello staff, tra cui una delle ultime pediatre dela città.”

Anche gli Stati Uniti hanno la loro parte di colpe, dopo che i loro aerei hanno bombardato, lo scorso settembre, un ospedale di Medici Senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan, uccidendo 42 persone. In quell’occasione i generali USA si scusarono dicendo che si trattò di un errore.