Acqua gratis, anche per chi non paga la bolletta

di | 21 Aprile 2016

Acqua gratis per tutti i cittadini, anche per coloro che non hanno pagato la bolletta. E’ la nuova disposizione del disegno di legge sulla “tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque”, ancora non completamente approvato, che prevede un minimo vitale, fissato a 50 litri al giorno, per ogni cittadino italiano.
Nel 2011 27 milioni di italiani si sono espressi per il sì al referendum, stabilendo che l’acqua degli italiani deve restare pubblica.

Il nuovo disegno di legge sembra agevolare tutti, anche coloro che risultano morosi – che non pagano la bolletta – i quali presentando un Isee da cui si evince una morosità incolpevole, potranno usufruire del servizio, avendo garantiti fino a 50 litri di acqua al giorno.
E chi pagherà questo regalo ai morosi incolpevoli e in generale a tutte le decine di milioni di italiani?
Non è lo Stato ad essersi fatto carico dei costi (e come potrebbe?!), il quale ha deciso di scaricare la tegola sugli stessi italiani che non morosi. Facendo gonfiare le bollette di coloro che pagano e dichiarano i redditi più alti, la manovra si propone un duplice scopo: garantire progressività e incentivazione al risparmio delle risorse idriche.

Ma in cambio è stata promessa una maggiore trasparenza sulla bolletta dell’acqua. Oltre alla possibilità di poter controllare in dettaglio i consumi, i cittadini (paganti) saranno informati sull’entità degli investimenti effettuati dai gestori e sui costi sostenuti, come quelli di depurazione, per esempio.

Ai comuni spetterà infine l’ultima parola: se gestire il servizio idrico in proprio o attraverso società locale, o scelta tramite una gara d’appalto. o se invece andare a gara. Dunque si ritorna alla possibilità di far gestire l’acqua pubblica ai privati, calpestando ancora una volta il referendum sull’acqua pubblica. Le opposizioni sono scese sul piede di guerra; Federica Daga del M5S, che aveva proposto la”Legge popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua“, non nera presente in aula, per una precedente espulsione da parte della Bolrdini. E’ prima volta nella storia della Repubblica, che si discute e si vota una legge senza il suo relatore di minoranza.